17 e 18 gennaio 2015 - LA CASSOEULA DI SANT'ANTONIO

Un fine settimana all'insegna della tradizione di Sant'Antonio!
Vi aspettiamo per gustare questo piatto tipico lombardo.
E non mancherà certo il grappino e il salame!

Costo 15 euro

Per info e prenotazioni: Tel. 031-290316

NOTE STORICHE Tratte da: M. Riva, R. Nistri, M. Paolazzi, Per un codice della cucina Lombarda, pubblicazione a cura della Regione Lombardia – direzione genreale Agricoltura, 2001, p. 98.
 
La cassoeula è un tipico piatto invernale che taluni vogliono connettere alla ritualità domestica per la figura di Sant’Antonio abate. I legami antropologici tra il santo eremita e il porco, tra i suoi festeggiamenti (17 gennaio) e la macellazione del maiale sono fuori discussione.
L’inserimento del maiale nella ritualità antoniana si sviluppa nel tardo Medioevo e prende le forme di una giustificazione a posteriori rispetto ad una mitologia (e alla conseguente iconografia) non più decifrabile nelle sue reali connotazioni sacrali. Nella codificazione oggi più diffusa, la cazzoeula può esser fatta risalitre agli inizi del nostro secolo. Le origini di un piatto così complesso sono comunque oscure.
C’è chi si ritiene si sia aggregato, nel corso dei secoli, attorno ad un originario nucleo di verza e cotenne di maiale, tipicamente padano. C’è chi, al contrario, ritiene non sia se non la progressiva semplificazione di un potaggio meridionale, giunto nella regione attraverso la dominazione spagnola, o il ridimensionamento di un piatto della cucina barocca, contenente carne di diversi animali, elaborato dalla gastronomia aristocratica a partire da quella oglia registrata da Bartolomeo Scappi nella sua Opera (1570).
Quasi tutti i ricettari fino al XIX secolo sembrerebbero convalidare questa ultima ipotesi, indicando per la cassoeula ingredienti molto vari e prescrivendo quasi sempre la carne e le interiora di pollo.
Crediamo sia avanzata l’ulteriore ipotesi che la versione povera (verze e cotiche, avvicinabile agli ambiti della ritualità popolare per Sant’Antonio) e quelle più elaborate possano vantare origini separate e che dopo la metà del secolo scorso abbiano messo in comune soltanto il nome, a partire dall’affinità delle tecniche di preparazione e dalla comunanza di alcuni ingredienti.